Blogday 2007

blogday07.gifIl 31 agosto prossimo sarà il Blogday 2007, una giornata in cui molti blogger di tutto il mondo raccomanderanno ai loro visitatori cinque blog considerati interessanti e che valgono una visita.

Mi pare una buona occasione per scoprire nuovi argomenti, nuovi autori, qualche stimolo per i neuroni appena rientrati dalle vacanze.

Le istruzioni per partecipare si trovano qui.

Altezza… mezzo stipendio!

Su Il Sole-24ore del 6 agosto, una interessante intervista con Nicola Persico, professore di economia alla New York University. Secondo alcune sue recenti ricerche, lo stipendio è proporzionale all’altezza. I bassi, quindi, guadagnano meno.

Domanda. Dove porta la scoperta che i bassi guadagnano meno?

Risposta. Quello che la nostra ricerca fa non è soltanto dimostrare che i bassi guadagnano di meno, ma anche che guadagnano meno non perché sono bassi oggi come lavoratori, ma perché erano bassi come adolescenti. Se volessimo che i bassi abbiano salari più elevati, avremmo due strategie alternative. Una è di dare un ormone della crescita. E’ una cura molto costosa, senza risultati certi, che punta a fare diventare più alti da adulti. Se però quello che conta è essere alti da adolescenti, allora è meglio dare testosterone, un ormone che fa anticipare la pubertà e la crescita. Non fa diventare più alti da adulti, ma questo non importa. L’importante è essere alti presto. Secondo noi, la ragione per cui il salario aumenta quando si è stati alti da adolescenti è che si acquista fiducia in se stessi. Se questo è vero – e questa è un’illazione, non abbiamo modo di confermarlo – allora la cosa importante è far crescere la persona da adolescente, da adulto non serve più.

Certo, se questo è vero, come dice Nicola Persico, credo sarebbe interessante trovare altri modi di agire sulla capacità dei nostri adolescenti di costruire un’immagine positiva di sè… grandi o piccoli che siano.

Professori manager

In questi giorni ho letto due libri simili e diversi. Diversi, perché diversi negli argomenti. Management per il primo, ICT per il secondo. Simili, perchè mi pare che da entrambi traspaiano alcune note comuni.
Si tratta di “Il mestiere di dirigere” di Claudio Demattè, e di “L’innovazione possibile” di Alfonso Fuggetta.
Simili, dicevo: sono libri che uniscono alla competenza una passione ed un impegno che danno alla pagina la forma del discorso coinvolgente, motivante.
Argomenti come i modelli d’impresa, o i diritti di brevetto del software, si prestano ad essere trattati in maniera asettica, distaccata. In questi scritti non succede.
Sarà che entrambi i libri sono raccolte: di editoriali scritti per Economia e Management il primo, di articoli del blog il secondo.
Sarà che gli autori condividono un percorso professionale simile: quello di essere sia professori che manager.

Claudio Demmattè è scomparso nel 2004. Sarebbe bello conoscere il suo pensiero su quel che ci passa sotto gli occhi di questi tempi.

Il pensiero di Alfonso Fuggetta, invece, sta qui.

Memorizzazione di visi e nomi

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Per Focus Braintraner di Agosto, ho curato la rubrica “Allena la tua memoria” con la terza puntata sulle tecniche mnemoniche.
Questa volta si tratta di memorizzare visi e nomi, utilizzando un’associazione tra una caratteristica rilevante del viso o del corpo e una particolarità del nome da ricordare.

Qualche libro tra costumi e salviette

bagagli.jpgDomani si parte.
In valigia, tra costumi, salviette ed ammennicoli vari:

Il birraio di Preston, di Andrea Camilleri

La perfetta leadership, di Flaminia Fazi

Giù la maschera, di Paul Ekman e Wallace Friesen

L’arte del cambiamento, di Giorgio Nardone e Paul Watzlawick

Il mestiere di dirigere, di Claudio Demattè

Si sta facendo sempre più tardi, di Antonio Tabucchi

Un baule pieno di gente, come direbbe quest’ultimo.

Buone vacanze, a me e a voi…

Foto: istockphoto

Memoria e musica

focus_bt02.jpg Per Focus Braintrainer di Luglio ho curato:

Mnemo training: tecniche mnemoniche per ricorcare vocaboli di lingue straniere

Quiz con indizio: un quiz le cui risposte riguardano sempre il mondo della musica, anche se le domande non hanno nulla a che vedere con questo argomento.

 

Se qualcuno si fosse cimentato, e volesse lasciarmi un feedback su questi giochi, questo è il luogo adatto.

Coaching e PNL

Su HR online di Luglio, un’intervista a Robert Dilts sul coaching.

Raul Alvarez (l’intervistatore) mette in evidenza la coerenza e l’allineamento di Robert.

Sottoscrivo.

Isaac Getz e la forza delle idee

Venerdì scorso ho potuto incontrare ed ascoltare Isaac Getz, uno dei guru della executive education.
Ha parlato per tutta una giornata dell’importanza che le piccole (o grandi) idee dei dipendenti possono avere in una organizzazione.
Alcuni dati: alla Toyota in 40 anni hanno generato e gestito 20 milioni di idee. Nell’ultima decade più di 1 milione di idee all’anno. Nella loro fabbrica in Giappone ogni dipendente genera 13 idee all’anno. Nel Kentucky addirittura 21.

Ecco una breve sintesi del Getz-pensiero:

[…] Dunque, che cosa abbiamo appurato? Che la creatività e la promozione delle idee dei dipendenti erano temi sprovvisti di ogni interesse per la maggioranza dei dirigenti!
Questo riscontro ha trasformato lo svolgimento della nostra indagine. Essa, ideata in origine come un esercizio classico, fondata sulle migliori pratiche in materia di creatività e management delle idee, si è trasformata in uno studio più ampio, più profondo e più ambizioso. Da quell’istante il nostro primo obiettivo è stato di decriptare le ragioni che motivano il disinteresse delle aziende in materia di creativià e di idee dei loro dipendenti, e di spiegare il perchè dovrebbero invece rivolgervi il proprio interesse.
A nostro avviso, questa problematica può essere divisa in tre parti. Innanzitutto, la gran parte dei manager europei non comprendono il potenziale della creatività e delle idee dei propri dipendenti. Poi pensano che i loro stessi collaboratori non abbiano la capacità necessaria per produrre idee utili. Infine dubitano dell’efficacia delle azioni destinate a incoraggiare la creatività e a promuovere la produzione e l’attuazione di idee. Di conseguenza, non realizzando procedimenti sistematici per incoraggiare, attuare e riconoscere efficacemente le idee dei loro collaboratori, impedendo di fatto lo sviluppo della creatività nella propria azienda. Sprecano così l’enorme potenziale posseduto. Come confermato da Arno Wiedenroth, presidente della Opel a Esenach:
Il presidente e direttore generale che non utilizza le idee spreca l’intelligenza. Se non valorizza le idee dei propri dipendenti, se non le verifica perché siano veramente attuate, allora spreca semplicemente del denaro.

(Tratto da Le vostre idee cambieranno tutto! – Il Sole 24 ore)

La conseguenza è che le aziende che vogliano sfruttare appieno il potenziale creativo dei propri dipendente devono trattare le idee come merce preziosa, e dotarsi di comportamenti, capacità, convinzioni in grado di applicarle e valorizzarle.

Effetto Medici

Ho già detto che è uno dei libri sulla mia scrivania in questi giorni.
Mi accingo a scrivere la recensione per E&M.
Nel frattempo, se a qualcuno interessa, ecco la mappa del libro (.pdf)