Best of 2010

Come lo scorso anno, un post dedicato a “tirare le somme” degli articoli e degli argomenti più letti e più commentati nel 2010.

Innanzitutto, ha suscitato parecchio interesse l’argomento del rapporto tra leadership e competenze specifiche, trattato in questo post, ampiamente commentato:

Una domanda su leadership e competenze

che mi pare legato a quest’altro:

La leadership sull’esperienza

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Ancora su esperienza e formazione

Il commento di Luigi Mengato al post Formazione Vs Esperienza, oppure no? mi ha portato ad alcune riflessioni, che vorrei condividere con voi.
Affermavo, in quel post, che la formazione dovrebbe fornire quei modelli attraverso i quali massimizzare l’apprendimento che deriva dalle esperienze.
Il commento di Luigi:

[…] è per questo che motivo che ritengo molto efficace la modalità formativa esperienziale (soprattutto in versione Outdoor) piuttosto che l’aula frontale.
Sarei curioso di conoscere la tua opinione.

Eccola:

Credo anch’io che la modalità formativa esperienziale presenti una serie di vantaggi rispetto all’aula frontale.

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Formazione vs Esperienza, oppure no?

Mi capita spesso in questi giorni di leggere e di discutere del tema che potremmo riassumere con la domanda: “Che cosa è più importante? La formazione (e lo studio) o l’esperienza?”.

A questa domanda rispondo con una citazione (di cui non ricordo la provenienza):

In genere i giovani tendono a sopravvalutare l’importanza dello studio, gli anziani l’importanza dell’esperienza.

Nello scrivere questo post di qualche giorno fa, però, mi è venuto da riflettere sul fatto che c’è una bella differenza tra il vivere una determinata situazione e trarne un’esperienza utile, visto che mi pare evidente che non sempre massimizziamo il potenziale di apprendimento legato alle situazioni che ci capita di incontrare.

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Alla scrivania

Su Scientific American Brain, un articolo (ripreso anche da Mente e Cervello) su come l’ambiente di lavoro (nello specifico, gli uffici) possa influenzare direttamente e in maniera pesante prestazioni, produttività, stato emotivo e salute degli impiegati.

S. Alexander Haslam e Craig Knight, i due autori, illustrano una serie di sperimentazioni (alcune effettuate direttamente da loro, altre da gruppi di studio diversi) che dimostrano in che modo l’ambiente impatta sulla produttività, e quali siano le migliori soluzioni da adottare

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Confrontarsi con Steve Jobs

Dan Pallotta, sul suo blog per HBR, propone un’idea provocatoria, sotto il titolo “Stop comparing yourself with Steve Jobs“.

L’idea è questa: il confronto con grandi modelli di vita o di business produce soltanto frustrazione, demotivazione e, in ultima istanza, impedisce di esprimere il proprio vero potenziale.
Ammirare una persona e cercare di imparare ciò che può insegnarci è una cosa, paragonarsi ad essa un’altra.
La comparazione, secondo Pallotta:

demotiva, demoralizza, e in generale si porta via ogni goccia di entusiasmo e vitalità.

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Varietà, appropriatezza e utilizzo dei modelli

In questo post, ho tentato di illustrare due delle logiche fondamentali della formazione, o, almeno, di quella di cui mi occupo io.
Le due logiche illustrate sono:

  • la logica della varietà: far crescere la possibilità di scelte comportamentali diversificate
  • la logica dell’appropriatezza: tra queste possibilità, isolare la scelta (e, quindi, la strategia) più adatta in ogni situazione.

Ho fatto, in quel contesto, cenno all’idea che la logica dell’appropriatezza si basa sull’essere in grado di cogliere e isolare quali siano le variabili davvero rilevanti.

Quest’ultima affermazione merita un breve approfondimento.

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MBA vs dimensione etica?

Quello della relazione tra etica dei comportamenti e formazione manageriale è stato uno dei temi che hanno percorso in questi ultimi anni il dibattito sui grandi e piccoli crack e sul risparmio tradito.
La vulgata recita che i manager che si fregiano di un MBA sarebbero più propensi ad assumere comportamenti eticamente discutibili rispetto alla media, vista la forte focalizzazione di questi percorsi formativi sui risultati di business, anche a discapito dello scrupolo etico.

Su Forbes, Freek Vermeulen smentisce questa tesi, sulla base dei risultati di una ricerca empirica svolta dal Professors Daniel Slater .

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Mou

Un paio di giorni or sono, passeggiando in libreria, sono stato attratto da un libro: L’alieno Mourinho, di Sandro Modeo.
A dire il vero, ad attirarmi non è stato tanto il titolo (non sono un patito del pallone), quanto il sottotitolo, citazione dallo stesso Mou:

Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio

Mi è sembrata una di quelle frasi che hanno a che fare con un sacco di cose della nostra vita. Che, se alla parola calcio ci sostituisci un’altra parola (qualsiasi?), ti racconta qualcosa di interessante.

Il libro non l’ho, alla fine, comprato.
Però mi è parsa una buona riflessione per un martedì mattino di pioggia, almeno qui da me.

Multitasking sì, multitasking no

Su Mente e Cervello, Alberto Oliverio dedica la sua rubrica “Storie della mente” al multitasking (inteso come la possibilità di svolgere più compiti contemporaneamente), discriminando le situazioni in cui il multitasking è opportuno, e, anzi, vantaggioso, da quelle in cui può potenzialmente generare problemi.

Ecco la tesi di Oliverio:

La risposta è nelle capacità della corteccia cerebrale, in particolare quella frontale, che gestisce la nostra attenzione e la capacità di selezionare gli stimoli adatti e associare tra loro immagini e concetti rilevanti in una situazione.

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I 5 libri della mia vita

Questa mattina mi è venuto da pensare a quali fossero i libri che più hanno influenzato il mio modo di pensare e di vedere il mondo (sarà che quest’anno ho compiuto quarant’anni, ma in questo periodo si affacciano pensieri di questo tipo…).

Ho buttato giù un elenco di cinque libri, che, probabilmente, se ci riflettessi tra un’ora, cambierebbe.

Proprio per questo voglio condividerlo, così com’è, con voi.

Sono, nell’ordine in cui mi sono tornati alla mente:

Mi sembra un elenco sufficientemente pop e incoerente da rappresentarmi…
Credo sarebbe interessante se qualcuno di voi volesse condividere, nei commenti, il proprio elenco.