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Borges, un’idea della letteratura (e, forse, della comunicazione)

Su Mente e Cervello di giugno, uno speciale dedicato al tema della memoria, con alcuni articoli interessanti (che magari riprenderò nei prossimi giorni).
Mi è piaciuto particolarmente il pezzo di Sebastian Dieguez che analizza il celebre racconto di BorgesFunes, o della memoria” (“Funes el memorioso” nel titolo originale), svelando come il grande scrittore, con il suo linguaggio immaginifico, riveli una conoscenza profonda dei meccanismi della memoria, e di tutti i problemi connessi a questi meccanismi.

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Questo post è già stato scritto

Su Finzioni, di J. L. Borges, un racconto.
Bellissimo.
Si chiama “La biblioteca di Babele”.
E’ un luogo in cui, in un numero indefinito, e forse infinito, di stanze sta racchiuso, già scritto dentro a pagine di libri, tutto ciò che è possibile scrivere.

Da queste premesse incontrovertibili dedusse che la Biblioteca è totale, e che i suoi scaffali registrano tutte le possibili combinazioni dei venticinque simboli ortografici (numero, anche se vastissimo, non infinito) cioè tutto ciò ch’è dato di esprimere, in tutte le lingue. Tutto: la storia minuziosa dell’avvenire, le autobiografie degli arcangeli, il catalogo fedele della Biblioteca, migliaia e migliaia di cataloghi falsi, la dimostrazione della falsità di questi cataloghi, la dimostrazione della falsità del catalogo autentico, l’evangelo gnostico di Basilide, il commento di questo evangelo, il commento del commento di questo evangelo, il resoconto verdico della tua morte, la traduzione di ogni libro in tutte le lingue, le interpolazioni di ogni libro in tutti i libri.

E, naturalmente, questo post. E le migliaia di varianti di questo post, che diferiscono per una sola lettera, o per una virgola da questo post. Compresa la variante senza il refuso che il lettore attento avrà notato nel periodo precedente, che non mi do briga di correggere, chè tanto la Biblioteca ne conserva la correzione. E la confutazione di quanto qui sta scritto, e la confutazione della confutazione. E tutti i commenti che vorrete lasciare. Anch’essi, tutti, già scritti nella Biblioteca di Babele…

Sulla scrivania in questi giorni….

Vorrei, periodicamente, condividere con voi la mia scrivania. Non che vi voglia tutti a casa mia. Piuttosto, mi piace l’idea di farvi sapere che cosa sto leggendo, quali sono i libri aperti e perché. E, magari, ci aggiungiamo qualche citazione, qualche vostro commento. Cose così, destrutturate….

Ecco i libri aperti in questi giorni

La terapia dell’azienda malatadown10.gif
di G. Nardone, R. Mariotti, R. Milanese, A. Fiorenza

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Nardone & C. mi avevano già ispirato questo post.

Trovo davvero affascinante l’approccio strategico alla problem solving.
Quel che più mi piace è il distacco dal modello causale e deterministico, per accogliere la complessità  e la causalità circolare.
E poi mi piace l’attenzione al “come” avvengono le cose, piuttosto che al “perché”.
Gli interventi strategici sono finalizzati a cambiare i “come” disfunzionali, e generano effetti a catena per cui piccoli cambiamenti possono generare grandi differenze.

Eccone le caratteristiche essenziali , come le hanno delineate gli autori stessi

a) I modelli di intervendto vengono costruiti sulla base degli obiettivi da raggiungere piuttosto che sulle indicazioni di una forte teoria a priori;

b) La logica utilizzata nella costruzione delle strategie è di tipo costitutivo-deduttivo piuttosto che ipotetico-deduttivo, in modo da adattare la soluzione al problema ed evitare che sia questo ad adattarsi alle soluzioni;

c) Invece di orientare gli interventi a partire da un’indagine sulle casue dei fenomeni, si induce il cambiamento ricorrendo a una filosofia dello stratagemma;

d) Il modello di intervento è sottoposto a un costante processo di autocorrezione ed evita di perserverare con tentativi di soluzione che non producono esiti positivi, e che spesso esacerbano il problema che dovrebbero risolvere.

Finzionidown02.gif
Jorge Luis Borges

Jorge Luis BorgesJorge Luis Borges

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Da qualche tempo, più che alla lettura, mi dedico sempre più spesso alla ri-lettura.
Vorrà dire qualcosa?

Questo è un libro che ho molto amato. Tanto che mi capitava spesso di maneggiarne qualche pagina sparsa.
Da molti anni non lo aprivo. Probabilmente è per questo che ho voluto ripartire dall’inizio. Non so se arriverò alla fine, anche perché il piacere della lettura è punteggiato qua e là da un po’ di nostalgia. E, si sa, non tutti i giorni sono buoni per la nostalgia.

Effetto Medici
di Frans Johanssondown02.gif

libro3.jpgSono a poche pagine… non mi sono ancora fatto un’idea precisa della qualità di questo libro.
Lo leggo (anche) per recensirlo per E&M.
A giorni vi racconto come va.