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Master online

Su Il mondo in edicola in questi giorni, un articolo di Chiara Brusini e Maria Teresa Cometto fa il punto sulle offerte di formazione manageriale online, con un focus sugli MBA.
I vantaggi e gli svantaggi sono quelli che, in generale, troviamo ripetuti quando si parla di formazione e-learning.
Per generalizzare, flessibilità nei tempi e nei modi della frequenza e conservazione del posto di lavoro e del relativo reddito (vantaggi) vs qualità e relazioni con la faculty e gli altri partecipanti (svantaggi).

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E-learning, e-teaching

Su 7th Floor, un’intervista al prof. Alberto Quagliata, esperto di e-learning, che pone una distinzione tra e-teaching ed e-learning.

Posto che

    con l’espressione e-learning ci riferiamo agli ambienti on line per la costruzione condivisa del sapere: i percorsi formativi del “vero” e-learning valorizzano l’assunzione di responsabilità del soggetto che apprende, l’importanza della costruzione progressiva e condivisa degli elementi costitutivi del sapere, la fruizione di una pluralità di ambienti operativi (forum, wiki, chat, file di gruppo) che interagiscono tra loro e consentono agli utenti di collaborare per l’elaborazione di interpretazioni condivise e di nuovi elementi di conoscenza: il vero e-learning favorisce l’apprendimento significativo e sollecita l’interpretazione delle organizzazioni del lavoro come comunità di apprendimento,

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E-learning in picchiata

Su Il mondo in edicola questa settimana, un articolo sullo stato dell’e-learning nella formazione manageriale.
I dati sono in frenata: il settore da due anni è in contrazione.

    Colpa della crisi economica o è un trend fisiologico? Si pensava che gestire l’apprendimento in autonomia avrebbe potuto sostituire l’aula tradizionale. In realtà, la modalità a distanza ha trovato spazio solo come supporto al metodo classico (in forma mista, detta “blended“) Per diventare un buon capo servono ancora l’aula e le esperienze emozionali giudate dai cosiddetti facilitatori.

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Trend nella formazione manageriale [2]

Asfor ha organizzato la seconda ricerca sui “Trend evolutivi della formazione manageriale”, e L’impresa ne rende conto nel numero 6/2008.
La ricerca si basa su focus group e interviste in 25 aziende.
Ecco, in estrema sintesi, i risultati emersi:

  • Strategie e priorità dell’impresa
    Il collegamente alle strategie e priorità dell’impresa dei programmi e degli investimenti in formazione è sempre più sentito: continua ad essere un tema rilevate e per certi aspetti critico.
    La valutazione dei bisogni formativi rimane un processo difficile, ma vitale per una efficace azione formativa.
    Il collegamento tra formazione e sistemi di valutazione, sviluppo e gestione del management è ancora debole.
    Il commitment del management si rivolge soprattutto alle azioni con ritorno nel breve periodo, in un’ottica più tattica che strategica.
  • Leadership
    Il tema della leadership non è ancora percepito come prioritario.
    Solo poche aziende hanno un modello formalizzato di leadership, con comportamenti attesi, valutati, premiati. In qualche altro caso si implementano “modelli manageriali di riferimento”.
    Si tende ad identificare la leadership con la capacità di gestire le persone (lead people).
  • Talent management
    Su questo tema quasi tutte le aziende sono sensibili ed attrezzate
  • Internazionalità e interculturalità
    Il tema è sentito, ma con livelli diversi di consapevolezza.
    La formazione fa da utile complemento (purché finalizzata e concreta), ma la vera strategia poggi sulle esperienze di lavoro all’estero.
  • Innovazione
    Esistono alcune best practice, ma, in generale, il binomio formazione-innovazione non trova terreno fertile
  • Sostenibilità ambientale e responsabilità sociale
    I temi paiono più una moda che un filone su cui investire in formazione
  • E-learning
    Suscita in interesse l’incrocio tra le tecnologie web 2.0 e le dinamiche sociale tipiche delle comunità di pratica e di interesse. Le communities vengono per lo più attivate su progetti specifici (ricerca e sviluppo di prodotto), ma, anche se siamo solo agli inizi, anche in ambiti funzionali o di specifiche popolazioni (es.: i neo-assunti).

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Trend nella formazione manageriale

Come ho accennato, su HBR Italia di aprile è stato pubblicato un rapporto sulla formazione manageriale.
Gli interventi di esponenti di alcune delle business school più prestigiose danno un’idea di quali dovrebbero essere i trend della formazione manageriale per i prossimi anni.

Ecco alcuni tra i trend delineati.

David Yoffie della Harvard Business School:

  • Lo sforzo di creare una customizzazione più spinta nei contenuti formativi
  • La tendenza a combinare l’istruzione d’aula con quella specifica sul campo
  • L’uso di coach per fare in modo che gli studenti possan ocontare su un approccio molto individuale e su un’ampia assistenza

Santiago Íñiguez dell’Instituto de Empresa Business School, di Madrid:

  • L’istruzione online continuerà a crescere e a migliorare la propria qualità
  • La globalizzazione dell’alta formazione, insieme alla progressiva concentrazione nel settore delle business school, porterà alla scelta tra due modelli:
    • la scuola diversificata, che offre una gamma completa di programmi
    • la scuola focalizzata, che offre solamente programmi Mba e la formazione executive.
  • L’enfasi passerà dal rigore accademico alla rilevanza della ricerca per il mondo imprenditoriale
  • I Consigli delle business school saranno più eterogenei e includeranno non solo docenti, ma anche professionisti, così come laurati in discipline correlate, come la sociologia o gli studi umanistici
  • Ci saranno operazioni di concentrazione tra le business school

Pierre Tapie della Essec Business School di Parigi:

  • La questione della Corporate Sociale Responsibility (CSR) diventerà centrale in qualsiasi formazione manageriale

Boris Porkovich dello IUM (Principato di Monaco)

  • Una revisione dei curricula che motivi gli studenti a riflettere, analizzare, ideare o risolvere i problemi
  • Una pedagogia strutturata secondo i principi guida del "learn-by-leaving", con la creazione di esperienze formative internazionali "sul campo"
  • Una riduzione delle dimensioni delle classi per favorire lo sviluppo personale e la formazione individuale
  • La creazione di partnership e l’enfatizzazione dei tratti comuni delle istituzioni partner attraverso gli scambi individuali