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Essere bravi o essere i più bravi?

Una riflessione a caldo, senza struttura: ci sono delle volte in cui essere bravi è sufficiente, altre in cui essere bravi non serve a nulla, si deve per forza essere i più bravi o, per lo meno, più bravi di chi ci sta di fronte.

Una prestazione sportiva, per esempio.

Durante una partita di tennis, o di volley, o di calcio, il fatto di aver giocato bene non serve a nulla, se non si è giocato meglio degli avversari (ammesso che il giocare meglio porti di per sé alla vittoria, ma questo è tutt’altro paio di maniche).
La misura della performance è una misura relativa che nasce soltanto dal confronto con la performance di qualcun altro.

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Che cosa imparare dagli atleti

Quella dello sport è una metafora molto utilizzata nel mondo manageriale, per alcuni evidenti parallelismi tra l’arena competitiva agonistica e l’arena competitiva del mercato.
Su Mente & Cervello dello scorso agosto, Michelle Voss ha analizzato alcune recenti ricerche sulla psicologia dello sport e sulle capacità che chi primeggia in qualche disciplina sportiva normalmente sviluppa.
Le sue conclusioni mi pare possano essere un utile stimolo proprio per dettagliare alcuni ambiti del parallelismo sport – management.

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