Doppio legame [2]

Qualche tempo fa ho proposto una riflessione sul concetto di “Doppio legame“.
Ieri, a messa, un brano del Vangelo di Giovanni:

1Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. 2Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. 3Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, 4gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. 6Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. 7E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. 8E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.

Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. 10Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. 11Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.

(Gv, 8,1-11)

A Gesù viene fatta una domanda che cela proprio un doppio legame: se avesse risposto di liberare la donna, sarebbe andato contro la legge di Mosè, che prevedeva la lapidazione per le adultere. Se avesse detto che era giusto condannarla, sarebbe andato contro la legge romana secondo cui soltanto i romani stessi potevano sentenziare condanne a morte.

E’ interessante vedere come Gesù riesce a non cadere nel doppio legame, e a spostare la cornice del problema su un piano completamente diverso.
Chi ha diritto di condannare questa donna?
Soltanto colui che non ha peccato.
Questo racconto ci dice qualcosa del Padre (“Neanch’io ti condanno. Va’ e d’ora in poi non peccare più”), ma anche qualcosa circa l’estrema sensibilità di Gesù riguardo ai processi di comunicazione, e alla sua capacità di uscire dai vicoli ciechi in cui alcuni scribi e farisei cercavano di infilarlo.

5 commenti
  1. silvia dice:

    ho un forte senso di giustizia ma non potrei mai fare il giudice. aderire, applicare le regole scritte, per me sarebbe impossibile. il buon senso e il benessere degli esseri sono la prima cosa. sono le regole che debbono adeguarsi a questi fini, non il contrario.

  2. Enrico dice:

    certamente la soluzione sta nella rottura dello schema e nella proposizione di uno alternativo: può condannare solamente chi è innocente. Legittimo ed astuto.Ma assolvendo l’adultera Gesù si confonde con l’insieme dei peccatori, ma il Suo atto è completamente gratuito e libero in quanto non riferito allo schema alternativo che ha appena posto. Gesù non condanna in quanto peccatore.Dunque l’operazione di sostituzione degli schemi è doppia, nella seconda introduce il perdono in modo subdolo utilizzando le parole ‘anch’io’. Questa è veramente una manovra scorretta perchè il Suo è un perdono e non una impossibile condanna; Gesù non appartiene all’insieme dei peccatori che non possono condannare. Inoltre è un’operazione di potere, pura e semplice; il diritto al perdono appartiene soltanto all’offeso. Pensate se invece dell’adultera ci fosse stato Hitler; sarebbe tornato sulla terra ad imporre la giustizia divina come l’unica possibile in quanto da sempre mai sfiorata dal peccato?Insomma che soltanto gli innocenti possano condannare è un problema. Innocenti sono soltanto coloro che non hanno mai vissuto. Ed inoltre ‘neppure il niente è innocente’ come insegna Severino.

  3. Nicola Menicacci dice:

    Caro Luca,Questo è effettivamente uno dei più belli esempi di doppio legame. Mi sembra di averlo trovato anche in Alan Watts o in una qualche pubblicazione che parlava di Zen (pensa un po’ l’universalità della lingua).É interessante notare come il tuo post rechi la data del 26 Marzo, il giorno in cui, traducendo John Grinder, parlammo appunto di doppio legame.Un giorno che, per tanti versi, ha rivoluzionato la mia vita.

  4. Luca Baiguini dice:

    Enrico, grazie per il tuo commento, provocatorio e profondo. Quello che ho voluto mettere in evidenza non ha a che vedere con il contenuto, ma con il processo adottato da Gesù: di fronte a un doppio legame, è necessario reagire con un livello di pensiero diverso rispetto a quello che ha generato la trappola.

  5. Ravecca Massimo dice:

    Gesù stesso nel Vangelo usa diverse volte ad arte rapporti di doppio legame ad esempio nella guarigione dei 10 lebbrosi e nel saluto alle donne il mattino di Pasqua. “Salute a voi” era un saluto laico e romano, non religioso ed ebraico. Cfr. Ebook di Ravecca Massimo (Amazon): Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo.

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