Criminal Minds

Su Mente & Cervello di marzo, la traduzione di un interessante articolo di Malcolm Gladwell per il New Yorker sui profiler, i superpoliziotti che, sulla base degli indizi lasciati sulla scena di un delitto, tracciano un profilo dell’autore del delitto stesso. Le conclusioni di Gladwell sono provocatorie: in realtà, non sono le capacità predittive e di lettura dei comportamenti a determinare il successo dei profiler (immortalati, tra l’altro, nella serie TV Criminal Minds), ma piuttosto la loro capacità di essere abilmente vaghi nel formulare i loro profili da un lato, e dall’altro la certezza che, all’interno delle descrizioni dei soggetti ignoti, quasi certamente verranno ricordati gli spunti corretti, e verranno dimenticati quelli sbagliati.
Gladwell chiama “Trucchi da cartomante” l’apparato di stratagemmi linguistici che contribuiscono, secondo lui, a rendere una previsione attendibile. Astrologi e sensitivi sono maestri in questi trucchi. Eccone alcuni esempi:

– Lo stratagemma dell’arcobaleno: un’affermazione che attribuisce al cliente un certo tratto di personalità, e contemporaneamente un tratto opposto (tipo: “Lei è una persona tranquilla e timida, ma se le va è capace di diventare l’anima di una festa”).

L’affermazione alla Jaques, che adatta le proprie previsioni all’età del soggetto

L’affermazione alla Barnum, talmente generica da trovare tutti d’accordo,

eccetera

Questi stratagemmi linguistici si possono trovare descritti dettagliatamente nel libro del prestigiatore Ian Rowland The Full Facts Book of Cold Reading.

Il punto è, secondo Gladwell, che il profiling non è un trionfo della scienza forense. E’, piuttosto, un trucco da salotto.

2 commenti
  1. silvia dice:

    si però si capisce. cioè ci sono tanti comportamenti che fanno capire. c’è un sacco di gente, anche nei convegni, o a lezione, che parla e stringi stringi non ha detto niente. però quel libro che ho letto a proposito del narcisismo dice che alle persone piace un leader perchè si identificano con lui, anche se sotto sotto non vale molto, l’importante è che lui creda in se stesso. Ma ci sono tanti punti di vista

  2. Luca Baiguini dice:

    … come docente di corsi sul public speaking, non posso commentare… 😉

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