Sopravvivenza o realtà?
Su Harvard Business Review, John Medina, intervistato, risponde alla domanda “Parliamo della memoria: quanto è affidabile?”:
Le ricerche sul cervello sono chiare su questo punto. Mi sento di poter dire che la memoria fedele al 100% è rara da trovare sul nostro pianeta. Il motivo è che al cervello non interessa tanto la realtà, quanto la sopravvivenza. Per questo è disposto ad alterare la propria percezione della realtà pur di poter sopravvivere.
Quest’ultima affermazione spiega molte cose.
Il fatto che il cervello sia primariamente interessato alla sopravvivenza, piuttosto che a rappresentare in maniera fedele la realtà rende ragione del profondo radicamento, per esempio, dei meccanismi legati al pregiudizio, piuttosto che di alcuni bias cognitivi (come il bias di conferma o l’hindsight bias, di cui si è già parlato).
E dimostra come, a volte, dare un’eccessiva fiducia alla mappa della realtà che il nostro cervello ci fornisce potrebbe non essere pratica poi così consigliabile…
Siete d’accordo?
Molto d’accordo.
Il ‘guaio’ è che non riguarda solo la memoria, ma il comportamento dell’uomo. Esiste un conflitto che attanaglia l’uomo più di tutte le altre specie animali.
Il problema si può indagare a mio avviso tramite due strade, la prima tramite gli archetipi di Jung. La seconda leggendo il tutto in chiave evoluzionistica, recentemente scrissi un’articolo seguendo questo ultimo punto di vista: