Il dilemma Controllo vs Ricchezza… localizzato

Noam Wasserman, nel suo blog, ritorna sul dilemma che spesso si pone di fronte al fondatore di un’impresa (che abbiamo già analizzato in questo post): il dilemma tra Controllo e Ricchezza.
Si chiede se, di fronte a questo trade-off, la risposta sia simile in ogni Paese, o se vi siano delle specificità legate ad aspetti storico-culturali.
Le conversazioni avute da Wasserman in giro per il mondo lo portano a concludere che il trade-off sia pressoché universale, ma che, ad un confronto con gli Stati Uniti, alcune culture pongano una maggiore enfasi sul controllo, altre sulla ricchezza.


A supporto di questi dati, un’analisi contenuta nel  2007 Global Report del Global Entrepreneurship Monitor.
Uno dei soggetti di ricerca del GEM sono gli imprenditori “opportunity-driven” e le loro motivazioni all’inizio di una nuova impresa, divise in due categorie principali:

  • aumento del reddito
  • indipendenza

Dalla breve descrizione offerta dal GEM, queste due motivazioni sembrano essere vicine alla distinzione posta da Wasserman tra quelli che lui chiama i Re (interessati al controllo e, nel linguaggio del GEM, all’indipendenza) e i Ricchi (interessati alla ricchezza e, quindi, all’aumento del reddito.

Ecco i risultati suddivisi per Paese (per i 42 paesi analizzati):

Dilemma ricchezza - controllo in 42 paesi
(in verde scuro l’aumento del reddito, in verde chiaro l’indipendenza)

Come vedete, l’Italia si colloca circa a metà nel gruppo dei Paesi a più alto reddito, con una percentuale del 55% circa del dato sull’indipendenza e del 45% per quanto riguarda l’aumento del reddito.
Rimane aperta (anche secondo Wasserman) una grande domanda: è meglio per un’economia (e per un Paese) mostrare equilibrio tra le due tipologie di motivazioni, o una prevalenza in una delle due? E, in quest’ultimo caso, quale?

Che ne pensate?

 

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