Economia comportamentale
Dan Ariely, autore di “How predictably irrational are you“, sul suo blog per Psychology Today, pone una questione interessante:
L’economia comportamentale è una visione deprimente della natura umana?
Secondo questa prospettiva, infatti, l’uomo è facilmente inducibile in errore, confondibile, spesso irrazionale. Ariely dice che somigliamo più ad Homer Simpson che a Superman.
Eppure c’è un qualcosa di appassionante in tutto questo.
Come, nella storia dell’umanità, ci siamo impegnati a superare i nostri limiti fisici, così la lezione dell’economia comportamentale è che dovremmo mettere altrettanto impegno nel superare i nostri limiti cognitivi. Polizze assicurative, piani pensionistici, assistenza sanitaria: in tutti questi campi la ricerca potrebbe dare contributi importanti per disegnare politiche e strumenti utili. Questa è la promessa dell’economia comportamentale: una volta capiti i nostri punti di forza e punti deboli (cognitivi), possiamo fare qualcosa per correggere i punti deboli e costruire, così, un mondo migliore.
È vero che l’economia comportamentale ci dice che siamo tutt’altro che perfetti, ma ci dà anche una prospettiva ottimistica attraverso la quale costruire un impatto positivo sulla nostra vita e il nostro ambiente.
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