Formazione, creatività, innovazione

Su Ticonzero, un’intervista di Giovanni Lucarelli a Franco Amicucci.
Si tratta di uno scambio di idee piuttosto interessante e, a tratti, divertente.
I temi: creatività, crisi economica, ruolo della formazione.
Un frase di Amicucci mi ha colpito: alla domanda “Che ruolo svolge la formazione per i processi di innovazione?”, ha risposto

    Nelle fasi “vincenti” delle organizzazioni, la formazione viene utilizzata per consolidare e replicare i modelli che hanno portato al successo.
    Lo ritengo un errore, perché è proprio nelle fasi vincenti che occorre riflettere sull’innovazione continua e sulla comprensione degli scenari in divenire.

Non mi colpisce l’idea che nelle fasi vincenti non ci si dovrebbe adagiare sugli allori (replicando i modelli che hanno portato al successo), ma piuttosto investire sull’innovazione.
È il ruolo che Amicucci mi pare attribuisca alla formazione in questo processo a innescare una riflessione.
Questo significa che i percorsi formativi non dovrebbero essere studiati per consolidare e diffondere gli apprendimenti, quanto piuttosto per innovare e comprendere gli scenari in divenire.
Il che provoca un certo cambiamento di prospettiva.
Ma è questo, veramente, il ruolo (o uno dei ruoli) della formazione?
E come è possibile assolverlo?
Amicucci, nel proseguo dell’intervista, offre alcune provocazioni e riflessioni che hanno soprattutto a che vedere con i linguaggi che la formazione può adottare per farsi portatrice di innovazione.

E voi, che ne pensate?

3 commenti
  1. Eleonora dice:

    Credo che fare formazione sia come raccontare ad un giovane quali sono state le esperienze che hanno portato un adulto ad avere successo, a sentirsi affermato, ad avere consapevolezza della propria vita e delle proprie scelte. Ma è anche un po’ come quando questo stesso adulto raccomanda allo stesso giovane cosa sarebbe meglio per lui fare, quale percorso probabilemte lo proterebbe a risultati migliori, e così via…
    Insomma, studiare storia è utile, ed è anche interessante, ma gli adulti non dovrebbero insistere troppo su cosa è migliore fare o non fare, come modello quasi assoluto, con i giovani.
    Non si tratta forse sempre di “formazione”? ;-D

  2. Luca dice:

    Grazie Eleonora per la tua riflessione.
    Credo che, per generalizzare, i giovani troppo spesso sopravvalutino la formazione rispetto all’esperienza, gli adulti facciano esattamente il contrario.
    mi sto domandando io da che parte sto… 😉

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