Warren Buffett e l’irrazionalità
Dan Ariely, sul suo blog per Psychology Today, narra un episodio divertente della vita di Warren Buffett, a dimostrare come anche un uomo che ha fatto della razionalità e della capacità di prevedere le conseguenze delle proprie azioni uno strumento per ottenere ricchezza e potere debba, a volte, mettere in campo delle strategie per vincere la propria irrazionalità.
Una premessa: l’abilità di sovraperformare rispetto al mercato richiede non soltanto grande capacità di analisi, ma anche grande controllo della propria emotività, per evitare di farsi trascinare dai momenti di euforia o deprimere dai momenti (inevitabili) di panico sul mercato. Seguire la regola dell’Oracolo di Omaha (così viene chiamato Buffett) “compra quando tutti gli altri vendono e vendi quando tutti gli altri comprano” richiede una grande quantità di self control.
Eppure, Buffet non ignora il potere dell’irrazionale. Perfino i pensatori più analitici possono operare scelte irrazionali. Quelli capaci, però, conoscono e indirizzano la loro irrazionalità.
Questo fa di loro, secondo il linguaggio dell’economia comportamentale, dei sofisticati.
Si tratta di persone che, conoscendo la propria irrazionalità, trovano dei modi per affrontarla.
Gli altri due tipi di persone sono i razionali, che non deviano mai dal comportamento ottimizzante, e i naif, che, non riconoscendo la propria irrazionalità, non fanno nulla per indirizzarla.
Ecco, dunque, la storia raccontata da Ariely e tratta dal libro di Alice Schroeder “The Snowball: Warren Buffett and the Business of Life.”
Pur essendo una persona non comune, Buffett ha una preoccupazione molto comune: la paura di ingrassare. Le persone completamente razionali non ingrassano, perché considerano sempre tutte le possibili conseguenze di ogni azione. I naif, invece, sono quelli che inizieranno una dieta domani.
Buffet, invece, aveva capito la sua prevedibile irrazionalità: le persone mangiano senza considerare gli effetti a lungo termine; per questo ingrassano. Da persona pragmatica, ha deciso di combattere la tentazione di mangiare troppo assumendosi un impegno: ha consegnato a suo figlio un assegno di 10.000 dollari non firmato, promettendo di sottoscriverlo se non avesse superato la prova della bilancia dopo un certo periodo. Molti utilizzano questo tipo di impegni assunti verso altre persone per combattere la tentazione di ingrassare, ma l’idea di Buffett aveva un grande difetto: il ragazzo, trovandosi di fronte alla rara occasione di ricevere del denaro dal miliardario (notoriamente frugale), ricorse al sabotaggio. Ciambelle, pizza, cibi fritti misteriosamente facevano la loro comparsa in casa Buffett ogni volta che Warren era a casa.
Alla fine, comunque, l’incentivo ha funzionato: nonostante il sabotaggio l’Oracolo ha mantenuto il suo peso forma, e non ha dovuto firmare l’assegno.
Certo, se fosse stato una persona completamente razionale, non avrebbe avuto bisogno di assumere alcun impegno.
Mi pare una storia istruttiva: nelle piccole come nelle grandi scelte, la consapevolezza che l’irrazionalità ci spia da dietro un angono può portare a mettere in campo strategie davvero ingegnose.
Post correlati:
Tentazioni e autocontrollo
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!