Tony Ciccione e il dottor John
La scorsa settimana ho assistito alla presentazione di una ricerca sugli assetti organizzativi delle PMI italiane.
Progetto interessante, con aspetti davvero innovativi, ma che, nel suo impianto generale, mi ha suggerito alcune riflessioni critiche.
L’approccio alla ricerca mi ha ricordato la famosa analogia delle piccole e medie imprese italiane con il calabrone. Le leggi della fisica e dell’aerodinamica dicono che non potrebbe volare, ma, al contrario, la realtà dimostra che il calabrone vola, eccome.
Perché?
La risposta è che il calabrone vola perché non conosce l’aerodinamica. Quindi lo fa e basta.
Ecco, mi pare che l’approccio accademico ad alcune tematiche sia proprio questo: c’è un modello ideale (archetipico, vorrei dire), e si confronta la realtà con questo modello, verificandone lo scostamento. Più la realtà si scosta dal modello e più il giudizio diventa critico.
Anche gli strumenti con cui i risultati sono stati resi pubblici mi sembra ricalcassero questo mindset: si è fatto largo uso di radar graph, un metodo di rappresentazione che mostra lo scostamento tra una realtà ideale e i dati empirici, evidenziando come criticità le aree in cui lo scostamento è più elevato.
Ma quanto i ricercatori si sono occupati di verificare i presupposti del modello?
Questa riflessione mi ha ricordato alcuni passaggi del famoso libro di Nassim Nicholas Taleb “Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita“.
Taleb, con la verve che gli è solita, mette a paragone il comportamento di due personaggi: Tony Ciccione e il dottor John.
Il primo è, secondo le parole dell’autore,
un non secchione di successo; ha un carattere allegro e conduce un’esistenza socievole […]. Tony ha l’abitudine notevole di cercare di far soldi senza alcuno sforzo, solo per divertiris, senza fatica, senza lavoro d’ufficio, senza incontri, mescolando gli affari con la vita privata. Il motto di Tony è «cerca il credulone»; com’è ovvio spesso si tratta di banche, perché «gli impiegati se ne fregano». Per lui trovare i creduloni è una seconda natura. Se faceste un giro con Tony, vi basterebbe parlargli per avere la sensazione di saperne di più su come va il mondo.
Ecco, invece, la descrizione del dottor John:
È un ex ingegnere che attualmente lavora come attuario presso una compagnia di assicurazioni. È snello, asciutto, porta occhiali e un completo scuro. […]
Il dottor John è l’organizzazione fatta persona, è prevedibile come un orologio.
Taleb, in passaggio del suo libro, mette a confronto i due ponendo a entrambi una domanda:
N.N.T. (ossia io): Supponga che lanciando una moneta ci siano le stesse probabilità che esca testa o croce. La lancio novantanove volte e ottengo sempre testa. Che probabilità ci sono che nel prossimo lancio esca croce?
Dottor John: Domanda banale. Il 50 per cento, naturalmente, perché ha assunto che esiste il 50 per cento delle probabilità per ogni esito e che i lanci siano indipendenti.
N.N.T.: Le cosa dice, Tony?
Tony Ciccione: Direi non più dell’1 per cento, naturalmente.
N.N.T.: Perché? L’assunto iniziale è che esiste il 50 per cento di probabilità sia per testa che per croce.
Tony Ciccione: Se ti bevi la storia del 50 per cento o non capisci un cazzo o sei un vero babbeo. La moneta dev’essere truccata. Non può essere come dici tu [traduzione: è molto più probabile che i suoi assunti sulla probabilità siano sbagliati piuttosto che la moneta in novantanove lanci dia novantanove volte testa].
N.N.T.: Ma il dottor John ha detto il 50 per cento.
Tony Ciccione (sussurandomi nell’orecchio): Li conosco quei tipi, ce n’era che lavoravano con me in banca. Pensano troppo lentamente, è facile farli fessi.
Ecco.
Mi pare che spesso i modelli di riferimento incombano sui ragionamenti tanto da rendere indiscutibili i presupposti.
E così i modelli che dovrebbero spiegare la realtà, sono talmente autoreferenziali da non occuparsene.
Il caro Dott. John ci dimostra la sua carenza di cultura statistica inferenziale: infatti esiste il concetto di intervallo di confidenza (o di fiducia) che viene introdotto tutte le volte che si stima una probabilità.
E’ l’indicatore che risponde alla domanda: “Quante volte deve uscire testa (o croce) successivamente perchè io possa dire che la moneta è truccata?”. In questo caso la risposta del Dott. John sarebbe stata inequivocabilmente: moneta truccata perchè il risultato è fuori dall’intervallo di confidenza.
(Semplifico anche perchè l’esame di statistica l’ho dato nel 1989….)
Condivido pienamente il senso del post.
spettacolare la narrazione
rivedo tanti imprenditori delle nostre PMI che hanno una capacita’ fantastica di percepire a pelle come sta andando la propria azienda, anche senza aver studiato probabilita’ (nella nostra storiella) o aver fatto un master (nella realta’)
forse sulle piccole dimensioni ci vogliono veramente tanti Tony Ciccione, ma l’importante e’ che nella crescita di dimensioni ci sia un percorso di formazione che li faccia diventare anche un po’ dottor John. ma non troppo…
Grazie Stefano e Alberto per i vostri commenti.
In effetti, credo proprio che il senso della narrazione di Taleb sia il metterci in guardia dalla “platonizzazione”