Fenomenologia dell’imprenditore

Una ricerca del Guardian Life Small Business Research Institute (citata da inc.com) ha identificato le sei dimensioni che caratterizzano gli imprenditori di successo a capo di quelle che in Italia chiameremmo PMI (in questo caso il discrimine è il numero dei dipendenti: da 2 a 99).
L’orientamento al successo di questi imprenditori si basa essenzialmente sul desiderio di garantire la longevità, l’aumento dei redditi e delle dimensioni delle loro imprese.

Queste sei dimensioni, che a loro volta si basano sulla valutazione di 60 fattori, dipingono un ritratto sfumato e profondo di questi imprenditori

Ecco l’elenco delle sei caratteristiche:

  • Collaborativi
    Comprendono come delegare in maniera efficace e come costruire relazioni forti con il team di management, i collaboratori, i consulenti, i venditori e i clienti. Sono impegnati a “creare opportunità per gli altri”.
  • Realizzati
    Danno valore alla gratificazione che le loro aziende forniscono loro, al fatto di essere artefici del proprio successo e del proprio benessere economico.
  • Concentrati sul futuro
    Pianificano sia nel breve che nel lungo termine.
  • Curiosi
    Sono aperti a comprendere come gli altri portano avanti il loro business. Sono alla ricerca attiva di best practice e suggerimenti su management, innovazione e su tutti gli aspetti della gestione delle risorse umane.
  • Comprendono la tecnologia
    Per loro la tecnologia è uno dei punti leva per il successo del business, e ne curano con attenzione lo sviluppo.
  • Orientati all’azione
    Sono proattivi nel prendere iniziative che facciano crescere il loro business, lo facciano alzare di livello, lo differenzino dai competitors. Vedono le avversità come (letteralmente) “un calcio nel sedere che aiuta a muoversi in avanti”. Si preoccupano meno degli altri imprenditori (e questo non sorprende) dello stato globale dell’economia.

Ritratto interessante.
Naturalmente, si tratta di una ricerca americana.

Sarà tutto valido anche per gli imprenditori nostrani (che, peraltro, nel nostro modello di sviluppo occupano un ruolo ancora più centrale rispetto ai colleghi americani)?

3 commenti
  1. Paolo Bruttini dice:

    Gentile Luca ho fatto con alcuni colleghi una lunga ricerca nel 1996 sulle competenze degli imprenditori di successo in Emilia Romagna, alla fine pubblicando un libro finanziato dalla Regione stessa. Sono passati parecchi anni. All’epoca il modello delle PMI italiane era di successo, ora molto meno . In ogni caso posso dire che per gli italiani l’essere collaborativi, non è distintivo. Così pure l’orientamento al futuro. Al contrario abbiamo dimostrato che l’apertura all’esperienza, alla creazione di know how sono gli aspetti che distinguono i migliori dai mid performer. Per successo intendiamo i migliori dal punto di vista economico, ed i più innovativi. Ma sta cambiando veramente tutto e molti di quelli che sembravano eccellenti allora (ne intervistammo in profondità 129) sarebbe interessante vedere oggi a che punto sono.

  2. Matteo Cavalieri dice:

    Buongiorno Paolo, effettivamente le nostre PMI sono in crisi, non è in crisi il modello quanto le singole imprese.
    Buona parte dei nostri imprenditori ormai ha più di 60 anni, forse troppe primavere alle spalle per progettare il futuro.
    E pensiamo a cosa vuol dire oggi fare impresa: piccole imprese schiacciate dalla competizione globale.
    Ma in mezzo a tanto pessimismo ho trovato tantissimi imprenditori realmente alla ricerca dell’eccellenza, che investono tutto quello che possono pur di sapere che la loro azienda passerà a nuove generazioni.
    Persone che riescono ad avere l’idea di business in grado di cambiare l’azienda…

  3. Luca Baiguini dice:

    Grazie Paolo e Matteo per gli ottimi commenti.
    Credo anch’io che la fase in cui ci troviamo ridisegnerà in profondità il modello imprenditoriale italiano e che il tema del passaggio generazionale resti centrale nel dibattito.

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