Auguri da… Anton Ego
La mia passione per i film d’animazione sta diventando, con l’età, una monomania.
Mi scuso fin da ora, dunque.
Il fatto è che, qualche giorno fa, rivedendo Ratatouille, mi è venuto da pensare che a volte ci sono delle storie minime che, se guardate per davvero, valgono la pena del racconto.
La storia di Anton Ego, per esempio, co-protagonista del film.
È un potente (di quel potere che dà l’essere in grado di influenzare il giudizio altrui) critico gastronomico, che una sera si reca in un ristorante, convinto che ciò che accadrà sarà esattamente quel che lui si aspetta, e che la critica avrebbe anche potuto scriverla prima di mangiare. E che nulla potrà essere una sorpresa.
Invece, un solo boccone di ratatouille, ed il cuoco d’eccezione che l’ha cucinata (il topo Remi), porteranno un mutamento profondo nella sua vita.
Il fatto è che, nell’avvicinare al palato quella ratatouille, gli occhi di Ego cambiano, e ritornano gli occhi del bambino che, anni prima, mangiava la ratatouille che gli cucinava la mamma, e lì dentro cercava conforto (bella- detto tra parentesi – la citazione proustiana).
Ego, allora, si mette in gioco, scrivendo una critica lusinghiera del ristorante, ma anche una feroce autocritica del suo ruolo e del potere che ne deriva.
Ego perde il suo posto.
Il ristorante, per una serie di vicissitudini, chiude.
Il topo Remi e l’amico Linguini aprono un piccolo, ma frequentato, bistrò.
E tra i frequentatori più assidui, Ego, che ha perso il suo aspetto austero, che indossa un basco da artista e che, soprattutto, conserva quegli occhi da bambino.
L’ultima scena del film, nel bistrò:
Posso tentarla con un dessert? – chiede Linguini ad Ego
Non lo fai sempre?
Risponde Ego, che poi si volta, e i suoi occhi da bambino guardano verso l’oblò della porta della cucina, da cui si affaccia il topo Remi e…
Sorprendimi!
gli dice Ego. Così: Sorprendimi!
Mi è parsa, rivedendo quella scena sere fa, poesia pura (raccontata qui non sembra, ma chi ha visto il film sa di che cosa parlo).
E mi è parso anche un buon augurio: lasciamoci sorprendere.
Buon Natale.
Grazie per lo spunto e racconto natalizio
Liana
Confermo e condivido! Non ti ho mai scritto prima d’ora ma ti seguo sempre.
Un caro augurio per tutto
Paola
Ciao Luca e auguri anche a te e alla tua famiglia. ho finalmente visto anch’io ratatouille, condivido in pieno!!! è possibile che i cartoni superino ormai in espressività i film tradizionali o la realtà in generale? mi sa di si e mi sa anche che non miscandalizza anzi, forse è uno sfociare nell’arte. Anche in toy story 3: ho rivisto la scena finale di Andy che regala i giochi alla bimba… era tempo che non mi impressionavo così a vedere un film. come ti avevo detto mi è sembrato che i disegnatori ci incaricassero di dare a noi spettatori, espressività al viso bloccato di Wudy. ti richiedo… è arte? credo di si. buon anno caro Luca e che il cielo ti protegga sempre. ciao Marcello
@ Paola e Liana: grazie!
@ Marcello: che dire… questi film presentano molti livelli di lettura. Quel che è certo è che il processo creativo che sta dietro a questi prodotti è davvero un bell’esempio.
Anche a te e alla tua bella famiglia, Buon 2011!