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Su Mente e Cervello di settembre, un articolo interessante e divertente: Trucchi per la mente, di Stephen L. Macknick, Susana Martinez-Conde e Sandra Blakeslee.
Dice di come i prestigiatori sfruttano, per i loro trucchi, il funzionamento dei circuiti cerebrali coinvolti nell’attenzione e nei processi percettivi.

Si tratta di forzare l’attenzione a concentrarsi su un determinato punto (frame), in modo che tutto quanto accade al di fuori di questo punto passi inosservato. Questo consente di eseguire il trucco al di fuori del raggio di attenzione del pubblico o della vittima. Per ottenere questo risultato, i prestigiatori sfruttano diversi principi di funzionamento del cervello, convertendoli in altrettante tattiche.

 

Ecco le principali, come esposte nell’articolo:

Immagini postume
L’illusionista dà dei colpetti o esercita una pressione fisica su una persona per simulare la presenza di un oggetto che intende sottrargli, lasciando l’impressione che l’oggetto sia ancora sul corpo, mentre non c’è più.

Flusso di parole
Sommergendolo di parole il mago riempie la mente di un osservatore di informazioni inutili, generando un caos che lo distoglie dalla sua azione.

Depistaggio passivo
Oggetti luminosi, nuovi, in movimento o comunque appariscenti attirano l’attenzione, un fenomeno definito dagli scienziati “cattura sensoriale”.

Depistaggio temporale
Il ritardo tra il meccanismo di un trucco e i suoi effetti impedisce agli spettatori di collegarli.

Azioni depositanti
Se un’azione sembra avere una finalità evidente, come grattarsi o aggiustarsi il cilindro, di solito il pubblico non si accorgerà che il mago ha usato la mossa per infilare un oggetto sotto il cappello o dietro l’orecchio.

L’aspetto interessante dell’articolo sta nel motivo per cui le neuroscienze studiano i prestigiatori. Lo dicono gli stessi autori:

In qualità di studiosi della visione, giriamo il mondo da anni per incontrare maghi e imparare trucchi, inaugurando una nuova linea di ricerca che che abbiamo battezzato “neuromagia”. I giochi di prestigio funzionano perché possiamo ingannare i circuiti neurali dell’attenzione e della consapevolezza. Decodificando il modo in cui gli illusionisti si aprono un varco nel cervello, capiremo meglio come agiscono gli stessi stratagemmi cognitivi nelle campagne pubblicitarie, nelle trattative d’affari e nelle relazioni interpersonali.

Mi sembra un campo d’indagine interessante e potenzialmente proficuo…

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